[...]capitalismo sia
la condizione necessaria e sufficiente della
democrazia,
mentre si tratta di due “creazioni” sociali-sto-
riche distinte,
che nell’età moderna si sono contaminate,
ma sono anche
entrate in tensione, se non in conflitto65;
la
comparsa di
un tipo d’individuo sociale orientato alla mas-
simizzazione
dei godimenti individuali66,
in nome di uno
“pseudo-individualismo”
che in verità è un conformismo
generalizzato e
in nome di un culto della performance, con
il quale il
capitalismo ha surrettiziamente preso in prestito
ed asservito
alla sua razionalità strumentale alcuni signifi-
cati immaginari
del progetto di autonomia67;
il presentarsi,
per il tramite
della spettacolarizzazione mediatica o del
senso di
onnipotenza e del «fantasma d’immortalità» in-
dotti dal
progresso tecnologico, di forme nuove di ricopri-
mento del
caos e di oblìo della nostra condizione di mortali,
per agevolarci
la fuga dalla «prova della libertà» di creare e
dalla
responsabilità del fare68;
il venir meno di significati
immaginari
centrali, a cominciare da una rappresentazione
di sé della
società, offerta come polo ideale d’identificazione
agli
individui69;
l’accelerazione della corsa cieca e illimitata
allo
sfruttamento delle risorse naturali, su scala planetaria,
rispetto alla
quale Castoriadis ante litteram indica come via
d’uscita una
strategia della decrescita [...]