Scriveva di getto per poi buttarci acqua in modo che non si indurisse il contenuto, le mani a coppo per nascondere le smorfie d'espressione e soffocare la bocca che a volte, involontariamente, traduceva i pensieri in grida, facevano rimbombare anzichè spegnere i singulti tra le dita umide, incrociate affinchè smettessero una pena e propiziassero una fede... 2 gocce d'acqua. Nelle ripetizioni ci sono gli errori: credeva di non aver mai rubato nulla e rimuginava ma tutto poteva, senza volere, riprodursi. Un'immagine, un'associazione, un costrutto: d'-enunciati! Forse aveva fatto propria l'intenzione.Si trafugano le riflessioni, emozioni, ci si annida senza permesso tra i ricordi e si cova senza protezione e fecondazione. Quasi quasi stanno meglio così, messe giù, in forma scritta più difficile da alterare, da rifiutare, come un voto.
Le mattine che a scuola aveva una prova, una ragazza, prima di uscire per prendere il treno, ne faceva un'altra, più ardua. Diceva alla madre "dalle ore x alle ore y Pensami Intensamente" e sulla permuta di conferme a occhio se ne andava dopo aver assetato con uno schiocco sulle altrui guance il sigillo alla promessa, sicura che, anche più tardi, le sue certezze, che non avevano bisogno di scaramanzie, sarebbero state ascoltate.
Per differenza può darsi che mi abbiano rubato le idee, uno scambio di posti occupati internamente anche quando sono vuoti