Arrivare oltre i 30 anni e “scoprirsi”
sordi: una di quelle cose che può cambiarti la vita. Ne ho impiegata
una per capirlo, a chiedermi cosa non andasse, perchè non rispondevo
a domande “previste”, quelle da toglierti i sensi: era solo un
processo acquisito, senza interessi.
Non ci sento, è questione di gusto.
Intuito per merito di mia sorella, perchè dopo mesi ho ricominciato
a pensare ad una scena in ufficio mentre da una scrivania a tutti i
presenti dico, senza contestualizzarlo qui, e con un astio che non
mostro siamo tutti figli unici, dandone una lettura, a mente,
di assenza di fratelli che non viene sfogliata ma sfaldata dalla sua
magnanimità replicando all'istante con un sorriso sereno Perchè
per ogni genitore siamo esclusivi, vero?. Scrollo il capo per
asserire sperando che mi cada la testa, e rivolgendola al monito(r) -cristalli, liquidi- che non mi permette di capire cosa fare in
pratica. Lasciar precipitare così i discorsi nel vuoto di quello che
io avevo dentro, orfani di felicità , a me che è stato dato molto
di più di quello che lei sola pensò. E oggi ti rincrocio, in mezzo
al traffico, rifletto che nella velocità ci notiamo a vicenda per la
stessa auto, ironia della sorte, teutonica disciplina.
La retorica
mi ha sempre messo alle corde, come un professore che domanda,
bloccandoti: “perchè quel suono è calante?” Parole che stonano
in volgarità. Per risposta dovevo orchestrare gli impulsi. E
allora, ancora, ricomincio, da più indietro, mica ci arrivo così
in alto, se mi fermi sotto la sbarra prima del salto. Prendo la
rincorsa, guardatemi sto per esibirmi ma potrei deludervi e
già, l'entusiasmo riecheggia nelle interrogazioni sospese in aria, i
tuoi occhi fissandomi con sfida fanno rumore ed è una parabola a
metà tra la terra ed il cielo. Ed un arco che si incrina sotto alle
vibrazioni, asta con incanto.
Anche lui me ne ha sempre fatte troppe.
Di cosa non lo so neppure ora. E col tempo continua a lavarmi il viso
senza saperlo, un detergente acido che corrode i particolari,un ovale
da oggettivare.
Nelle domande c'era la risposta, a vuoto: bisogna
rifarsi una vita. Sì, come un lifting, un innesto di tra-pianto
cutaneo, doloroso, costoso, fast-oso. Col tempo ho iniziato a
pensare, per non aver altro da fare, che le persone credono nei
rapporti di prima qualità a letto e temono quelli con la e davanti al di fuori di esso. Col
tempo ho pensato che non avrei mai immaginato di dire così spesso
grazie.
Sotto pentite spoglie, la postura impettita, inamidata,
risparmiava i muscoli stirati, una cicatrice a scalare i punti di una
serpentina che si infiamma a succedersi nel tempo, amori che
sfavillano e riempiono di porpora gli occhi di chi non guarda più,
glitter indecorosi.
Adesso mi fanno osservare che non
parlo e poi all'improvviso vomito. Mi tolgono le parole dalla bocca,
la verità, con “disinvoltura”.
L'amore è nell'avere:
tempo
interesse
animali
libertà
coscienza
(...)
definizioni.
Come quei rapporti che iniziano e
finiscono così: “ Piacere!” “ Piacere mio”. Coito
interrotto.
Ok...”Risentiamoci”.