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giovedì 30 gennaio 2014

A. Cechov, Zio Vanja

Da tempo ormai non amo più nessuno.  Provo un senso di tenerezza per la vostra balia, perché mi ricorda il passato. I contadini sono tutti uguali, privi d’istruzione, vivono in mezzo al sudiciume, e con gl’intellettuali andar d’accordo è difficile. Mi stancano.

 Tutti questi nostri buoni amici hanno pensieri e sentimenti meschini e non riescono a vedere più in là del loro naso; insomma sono semplicemente degli sciocchi. Quelli poi che sono un po’ più intelligenti e hanno una certa statura intellettuale, sono degli isterici, ròsi dal demone dell’analisi e della riflessione…si lagnano continuamente, detestano tutti, diventano morbosamente maldicenti, si accostano al prossimo pieni di malanimo, lo guardano di sbieco e sentenziano: “Oh, quello è uno psicopatico!”, oppure: “Quello è un parolaio!”. Quando poi non sanno quale etichetta appiccicarti in fronte, allora dicono: “È uno stravagante, davvero stravagante!”. A me piacciono i boschi e loro lo trovano strano, non mangio carne e anche questo è strano per loro. Non è più possibile un rapporto immediato, puro, libero con la natura e con gli uomini…No, non è più possibile!