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domenica 24 aprile 2016


<< Stamattina sono stato a un funerale.
La cerimonia è andata via liscia e incolore finché alla fine il prete ha detto: “Ora il figlio vuole dire qualche parola”.
Il figlio, in dieci minuti, ha tratteggiato un ritratto vivo, affettuoso e vivace del padre. Un ritratto senza sbavature né esagerazioni né cedimenti al sentimentalismo. Ma quei dieci minuti hanno avuto più calore, colore e spessore di tutto il resto della cerimonia. Il papà era ancora lì tra noi, vivo, e questo sarà il ricordo che ne manterremo.
Ordunque, trascurando il fatto che io sono certamente immortale, se per qualche errore del Creatore prima o poi dovesse succedere anche a me di morire – evento verso cui serbo la più tranquilla e sorridente delle disposizioni – ecco le mie istruzioni per l’uso.
La mia bara posata a terra, in un ambiente possibilmente laico, ma va bene anche una chiesa, chi se ne frega. Potrebbe anche essere la Casa delle Balene, se ci sarà già o ci sarà ancora. L’ora? Tardo pomeriggio, verso l’ora dell’aperitivo.
Se non sarà stato possibile recuperare il cadavere perché magari sono sparito in mare (non è una cattiva morte, ci sono stato vicino: ti prende una gran serenità), in uno dei miei viaggi, andrà bene la sedia dove lavoro col mio ritratto sopra.

Verrà data comunicazione, naturalmente per posta elettronica, alla lista EnzoB e a tutte le altre mailing list che avrò all’epoca. Si farà anche un annuncio sui miei blog e su qualsiasi altra diavoleria elettronica verrà inventata nei prossimi cent’anni.
 Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati. Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku. Ci saranno alcune parole tabù che assolutamente non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po' più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati. Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato. Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffet con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l'orchestra degli Unza, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare. Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, checcazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po' anche a me. Voglio che si rida – avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte – . E si fumi tranquillamente tutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considerei un'offesa alla morte, bensì un'offerta alla vita. Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata. Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega. Basta che non facciate come nel Grande Lebowski. »

(Mi hanno detto di linkare i pdf)

http://users2.unimi.it/rsassatelli/wp-content/uploads/Sassatelli-Genere-e-consumi-2005.pdf

http://users2.unimi.it/rsassatelli/wp-content/uploads/Sassatelli-Ambiguit%C3%93-dellautonomia.pdf

http://digilander.libero.it/piepatso2/tav_int4/cibo-cultura-migrazioni.pdf

martedì 19 aprile 2016

Peterson, univoro

l'onnivoro culturale è caratteristicamente più dotato sia di capitale economico che di capitale culturale, e si oppone al consumatore medio-basso definito, proprio in base alla sua limitata apertura, come monotematico.
Al versante opposto del consumatore onnivoro si situa appunti l'individuo “univoro”; il
termine non è usato nell'italiano corrente e lo si ritrova generalmente in ambito medico;
il vocabolo usato da Peterson è, invece, univorous il quale trova invece una precisa
definizione nella lingua inglese.
Come suggerisce l'antinomica contrapposizione tra le due locuzioni onnivoro e univoro,
il soggetto univorous consuma unicamente una certo ventaglio di prodotti, coinvolge
una bassa gamma di gusti e, tendenzialmente, non si allontana mai da questi.
The attitude of the univore is to make choices from a set of fixed particular principles
that are illustrated by concrete examples156.
Si potrebbe pensare che il concetto di univorous sia associabile con quello
precedentemente citato dello snob intellettuale, poiché entrambi presentano una
selezione di gusti culturali molto ristretta, ma non è così.
Mentre il consumatore snob si situa nella parte dominante della scala sociale, gli
univorous si trovano all'esatto opposto: nella parte più bassa.
Peterson, in collaborazione con Simkus, ha realizzato il grafico sovrastante con lo scopo
di aiutarci a comprendere meglio il posizionamento di queste figure: l'onnivoro, lo snob
, lo slob e l'univoro


rumore di fondo



http://www.glistatigenerali.com/internet-tech_scienze-sociali/a-proposito-di-trivelle-referendum-facebook-cinema-e-nulla-di-tutto-questo/

mercoledì 13 aprile 2016

Simmel

La critica nei confronti del consumismo è per Simmel uno dei tanti tasselli che 
compongono la sua profonda delusione nei confronti di tutto ciò che sia in qualche
modo legato alla civiltà metropolitana.
Per il sociologo, infatti, la nostra epoca coincide con un periodo di profondo disagio per
l'umanità; egli giunge persino a parlare di “crisi della modernità”, una sorta di secondo
medioevo dove a perire sono i valori, la cultura e persino il significato intrinseco delle
cose.