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martedì 3 febbraio 2015

Paradise Lost


<Se noi portiamo una croce, gli animali ne portano tre>.
San Rocco de la Croix (1295 – 1327), santo francese della Chiesa Cattolica.


<Il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono>.
Anthelme Brillat-Savarin, Fisiologia del gusto, 1825



Perchè parli da solo? Perchè ad ascoltare le persone capisco cos'è la depressione.
Economica.
Anzi gratuita.


Una volta mi era venuta una specie di fissazione: fare delle t-shirt stampandoci sopra le frasi più stupide udite/lette/rivolte sull'alimentazione, quelle da far cadere le braccia. Questo è stato il motivo per cui ho desistito. Sarebbe stato tutto molto macabro.
D'inverno il sonno è meno disturbato. Nella bella stagione, con le finestre aperte, dove mi trovo io, in campagna, ci sono notti che si succedono in cui è impossibile prendere sonno. Un commerciante di animali, distante circa 1 km in linea d'aria da me, almeno una volta al mese, lascia i bovini per 3-4 giorni a digiuno  -anche se la prassi impone meno tempo, il mangime costa e magari l'accordo è già stato fatto- prima che vengano trasportati al macello. In queste notti è una continua "litania" che non si smorza nemmeno dopo ore e ore. Poi, tranquilli, arriva una notte che torna a regnare il silenzio.
I loro terrori invisi a sguardi altrui.
Sul cibo nasce sempre un divario di vario "genere", (uno dei comandamenti della religione cattolica "recita" Non uccidere senz'altro specificare) quello creato dall'uomo, colui che per descrivere ogni azione quotidiana rafforzandola di intensità paragona il proprio operato al mondo animale (atto tollerato solo nel caso sia il soggetto in causa ad effettuare il parallelismo su di sè) : mangiare come un ..., ignorante come una ..., sudare come un ..., etc.  
Su Wikipedia alla voce "similitudine" si legge: <La similitudine è particolarmente diffusa nei testi antichi come, per esempio, nella Bibbia>.
Volendo rimanere in tema, dato che x una sorta di mania di persecuzione -ovvero di ciò che non è reale- ogni pensiero si riconduce alla religione, gli animali si ritrovano nei simboli degli evangelisti:


[C’è un solo Vangelo, perché uno solo è Gesù Cristo ed è lui la “Buona Notizia” ma il lieto annuncio è giunto a noi redatto da quattro evangelisti. L’unico Vangelo dunque giunge a noi in un aspetto quadriforme.

Si vede spesso nelle chiese, sui Lezionari, sui leggii o nelle decorazioni di amboni, pulpiti ed altari, la riproduzione dei quattro simboli degli evangelisti: è una tradizione veneranda che vuol sottolineare la fede cristiana nell'unico Vangelo opera di quattro autori diversi, ognuno dei quali ha voluto evidenziare un aspetto particolare del messaggio di Dio Padre portato a noi da Gesù Cristo.
Il riferimento è alla SACRA QUADRIGA, il misterioso cocchio di Dio, condotto - secondo una visione del profeta Ezechiele (1,5) ripresa dall'Apocalisse - da quattro "esseri viventi" che avevano sembianza di uomo, di leone, di bove e di aquila. Gli antichi autori cristiani applicarono agli evangelisti le simboliche sembianze della profezia, riconoscendo nel Vangelo il nuovo trono di Dio.
MATTEO fu simboleggiato nell'uomo alato (o angelo), perché il suo Vangelo inizia con l'elenco degli uomini antenati di Gesù Messia; per i bambini si può fare riferimento anche all’angelo che va in sogno a Giuseppe in varie circostanza per trasmettergli la volontà di Dio (per rivelargli la natura divina del figlio atteso da Maria, per mandarlo in Egitto e salvare il Bambino da Erode, per farlo ritornare a Nazareth).
MARCO fu simboleggiato nel leone, perché il suo Vangelo comincia con la predicazione di Giovanni Battista nel deserto, dove c'erano anche bestie selvatiche e perché la voce di Giovanni è come un leone ruggente. 
LUCA fu simboleggiato nel bove, perché il suo Vangelo comincia con la visione di Zaccaria nel tempio, ove si sacrificavano animali come buoi e pecore; è anche il Vangelo della mansuetudine di Cristo (es. la parabola del figliuol prodigo) e il bue è notoriamente un animale mansueto.
GIOVANNI fu simboleggiato nell'aquila, l'occhio che fissa il sole, perché il suo Vangelo si apre con la contemplazione di Gesù-Dio: "In principio era il Verbo..." (Gv 1,1). L’aquila è l’unico uccello che può fissare il sole senza accecarsi, così Giovanni ha contemplato Gesù Cristo, il Sole dell’umanità e non è rimasto accecato, anzi la sua visione è stata completa poi nell’Apocalisse]. 





Cercando un testo che presentasse il rapporto tra chiesa e animali, interessante questo articolo, sull'antropocentrismo di Cristo, il cui l'autore è Franco Libero Manco:

[La religione cristiana risulta essere la più antropocentrica che la storia abbia conosciuto. 
La Chiesa cattolica ed i cristiani in genere, nella stragrande maggioranza dei casi, nei confronti degli animali 
e della natura, seguono gli insegnamenti di Gesù che, stando ai testi canonici, non ha mai manifestato 
interesse per la loro condizione, anzi in molte circostanze ha dimostrato disistima nella palese volontà 
di far emergere la superiorità dell’uomo rispetto al resto della creazione.
Le principali motivazioni potrebbero essere le seguenti:
PRIMA IPOTESI: Gesù, fedele interprete della legge mosaica, concentra il suo messaggio di salvezza
solo al popolo eletto e quindi non estensibile al mondo animale come si evince nell’episodio riportato in
Mtt: 15, 26:“Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele… Non è bene prendere il pane
dei figli per gettarlo ai cagnolini. E ancora: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani;
rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele (Mtt: 10,5). Ma poi il suo insegnamento diviene
 universale quando, alla fine del suo mandato, in Mtt: 28, 19 comanda: “Andate dunque e ammaestrate
tutte le nazioni…” e ancora in Mrc: 16, 15: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura…”

SECONDA IPOTESI: Gesù, anche se fa dell’amore il fulcro del suo insegnamento, è indifferente alla sorte
degli animali. Fin dall’infanzia di Gesù vi sono episodi di poca considerazione verso la gli animali:
“Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il Bambino a Gerusalemme
per offrirlo al Signore … e per offrire in sacrificio una coppia di tortore e di giovani colombi come prescrive la
 legge del Signore”. (Lc: 2, 22).
In seguito il valore della vita dell’uomo, a deprezzamento della vita degli animali, viene rimarcato più volte da
Gesù:
- Non datele vostre cose sante ai cani e non gettatele vostre perle avanti ai porci perché non le calpestino con le
 loro zampe e poi si rivoltino per sbranarvi”,. ( Mtt:7, 6).
_…”Ed essi usciti dai corpi degli uomini entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal
dirupo nel mare e perirono nei flutti”, (Mtt: 8, 32).
- “Due passeri non si vendono forse per un soldo”? (Mtt: 10, 29).
- “Il regno dei cieli è simile anche ad una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è
piena i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e gettano via i cattivi”.
(Mtt: 13, 47).
Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
-“…Non abbiamo che 5 pani e 2 pesci… Ed egli disse: Portateli qua. E dopo aver ordinato alla folla di sedersi
sull’erba, prese i 5 pani e i 2 pesci e alzati gli occhi al cielo pronunciò la benedizione, spezzò i pani i li diete ai
discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla (Mtt: 14, 17).
- “…Va al mare, getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta
d’argento” (Mtt: 17, 27).
Nel prossimo insegnamento si rimarca la poca importanza di ciò che l’uomo usa mangiare e si trascura
 l’azione cruenta necessaria ad utilizzare prodotti animali. L’uccisione di un animale non rende forse più
 insensibile alle altrui sofferenze e più impuro il corpo e la coscienza dell’uomo? Gesù dice:
- “Non quello che entra dalla bocca rende l’uomo impuro ma quello che esce dalla bocca (Mtt: 15, 11)
Ma poi evidenzia l’importanza di un singolo animale, anche se è difficile pensare che l’atteggiamento del
pastore sia di amore verso la pecorella smarrita e non per il suo valore venale.
- “Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le 99 si monti per andare in cerca di
quella perduta”? (Mtt: 18, 12).
La poca considerazione di Gesù anche verso il regno vegetale è manifestata nell’episodio dell’albero di
fico tra l’altro, pare, verificatosi in un periodo in cui non potevano esserci frutti:
Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma no vi trovò altro che foglie e gli disse: “Non nasca mai più frutto
 da te”, E subito il fico seccò, (Mtt:21, 19).
Mentre non è riportato chiaramente che Gesù in qualche circostanza abbia mangiato della carne, il pesce è stato
 da Gesù sicuramente consumato:
- “Avete qui qualcosa da mangiare”? Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò
 davanti a loro, (Lc:24, 41).
Molti sono gli episodi in cui il pesce rientra nella vita di Gesù:
- “Gettate le reti dalla parte destra della barca e troverete”, la gettarono e non potevano tirarla su per la gran
quantità di pesci, (Gv 21, 4).
- Appena scesi a terra videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane: “Portate un po’ del pesce che
avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di 135 grossi pesci…
Gesù disse loro: “Venite a mangiare”…Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro e così pure il pesce,
(Gv: 21, 9).
La chiara indicazione che per Gesù gli animali non sono che un bene di utilizzo a vantagio dell’uomo viene dalla
parabola del figliol prodico:
-…Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate il vestito più bello…portate il vitello grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”, (Lc: 15, 22).
E’ difficile dire che la reazione di Gesù verso i venditori di animali a scopo sacrificale sia dovuta al rispetto
 degli animali e non al Tempio trasformato in una sorta di mercato:
- Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora
una sferza di cordicelle scacciò tutti fuori dal tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei
cambiavalute e ne rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della
casa del Padre mio un luogo di mercato”, ( Gv: 2,14).
Se fosse vera la seconda ipotesi Gesù sarebbe forse il solo tra i grandi Iniziati a non aver avuto parole di amore
 e di rispetto delle creature non umane, il solo, tra questi, a non aver comandato di astenersi dal mangiare la loro
 carne. Ci si chiede: come è possibile che Colui che fa fatto dell’amore il suo vessillo “Beati i misericordiosi
perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, Mtt 5,7, si lasci superare in
misericordia da molti santi e profeti? Come è possibile che il Figlio di Dio non manifesti compassione
 verso le sue stesse creature? Come è possibile essere misericordiosi e puri di cuore se si è indifferenti alla
 sorte crudele di tante creature innocenti? A differenza di Gesù gli altri grandi Iniziati dicono:
La carne degli animali è come la carne dei nostri figli (Krihsna). “Si diventa degni della salvezza
quando non si uccide alcune essere vivente. Uccidere un’altra creatura per cercare di averne un
vantaggio è indegno dell’uomo buono, compassionevole. Non uccidere, ma invece proteggi e aiuta
ogni vivente” (Buddha). “Chi rinuncia a cibarsi delle carni martoriate avrà lo spirito santo e la verità.
 Mi pento, mi umilio e faccio penitenza per tutti i peccati commessi contro gli animali” (Zoroastro).
 “Poiché gli animali hanno un’anima hanno un posto nell’altra vita con Dio”. (Ermete Trismegisto).
“Come potete pretendere giustizia quando voi stessi sacrificate per crudele ghiottoneria o avidità
 degli esseri legati a noi da fraterna alleanza? Mai sacrificare animali agli Dei o ferire animali ma
 promuovere in tutti i livelli una cultura di rispetto e protezione nei loro riguardi” (Pitagora).
“Siate buoni con gli uomini, con le piante e con gli animali. Non braccate né gli uomini, né gli animali,
 né fate loro del male” (Lao Tse). “Una buona azione fatta a un animale è tanto meritoria quanto una
buona azione fatta ad un essere umano, mentre un atto di crudeltà a un animale è tanto cattivo
 quanto un atto di crudeltà su un essere umano”( Maometto)
.
Perfino le altre due religioni monoteiste, l’ebraismo e l’islamismo, non solo si astengono dal mangiare alcuni tipi
 di animali che il mondo cristiano usa invece consumare con indifferenza, quali il cavallo, lo struzzo, il maiale,
i pesci senza squame, alcuni tipi di uccelli ecc. ma hanno anche l’accortezza di usare gentilezza e rispetto
verso gli animai macellati: aspetto del tutto assente nel pensiero di Gesù e quindi nella religione cristiana,
dimostrando regresso di sensibilità verso il mondo animale. Nella tradizione ebraico-cristiana c’è sempre stata
 attenzione all’astinenza dal cibo, in particolare le carni di ogni tipo in determinati periodi, oppure quelle di animali
 considerati “impuri” o uccisi senza versarne il sangue. Ancora oggi le chiese ortodosse conservano una
legislazione molto precisa riguardo l’astinenza da alcuni alimenti e i fedeli vi si attengono scrupolosamente,
mentre la Chiesa cattolica propone l’astinenza dalla carne solo nei venerdì di quaresima.

TERZA IPOTESI: Il popolo ebraico non era pronto per l’estensione del messaggio d’amore agli animali.
Questa terza ipotesi non trova giustificazione sul piano filologico dal momento che, come abbiamo visto prima,
gli altri grandi iniziati (e quindi altri popoli) anche prima della venuta di Gesù, avevano già considerato la
necessità dell’amore e del rispetto anche per gli esseri non umani.

QUARTA IPOTESI: Gli animali non sono stati considerati da Gesù perché oggettivamente privi di valore.
 Questa ipotesi è stata superata da studi di etologia, zooantropologia, anatomia comparata, dalla realtà
quotidiana dei fatti che dimostrano chiaramente che le qualità cognitive ed emozionali non sono prerogative
degli umani ma sono invece comuni, a differenti livelli, a tutti gli esseri senzienti. Cioè l’intelligenza, il sentimento
 o l’anima non sono realtà presenti oppure assenti del tutto. La prova concreta che gli animali come gli esseri
umani sono capaci di provare dolore, angoscia, tristezza, gioia è stata dimostrata anche da prove sperimentali.

QUINTA IPOTESI: Gesù ha tralasciato anche altri grandi problemi umani.
Gesù non ha parlato esplicitamente neanche della guerra, della pena di morte, dello schiavismo, dell’aborto:
probabilmente perché il suo insegnamento mirava alla causa dei problemi, cioè rendere l’uomo più giusto e
misericordioso, il solo modo per risolvere ogni problema umano. Ma il 99% della creazione, cioè del regno
animale e vegetale, è forse un fatto trascurabile? Può darsi che tale precetto fosse implicito nel suo messaggio
d’amore. Ma perché non spendere esplicitamente una parola per i grandi drammi umani e dello sterminio
 sistematico degli animali da parte dell’uomo come hanno fatto gli altri grandi Profeti? E se tali comandi erano
 impliciti perché la Chiesa cattolica e il mondo cristiano condannano giustamente lo schiavismo, la pena di morte,
 la guerra, l’aborto mentre non condannano la violenza sugli animali? Perfino Maometto, il profeta con la
spada, ha parole di compassione verso gli animali. In una tradizione Sufi Allah disse a Maometto: "Se proprio
dovete uccidere, al posto di 40 polli uccidete una capra, al posto di 40 capre uccidete 10 mucche, al posto di 40
 mucche uccidete 10 cammelli".

SESTA IPOTESI: I testi evangelici sono stati alterati
E’ lecito supporre che gli insegnamenti di Gesù, e quindi i Testi evangelici, siano stati in qualche modo
alterati nella successione dei tempi a causa di inesatte traduzioni o per favorire il regnanti di turno,
specialmente nel Concilio di Nicea del 325 in cui fu istituita una commissione di esperti politici e clericali
 i quali, con la scusa dell’ortodossia, diedero vita ad una versione definitiva dei vangeli per renderli
accettabili a Costantino che assumeva la direzione della nuova religione di stato? Questa tesi coinciderebbe
con alcune parti dei vangeli apocrifi, con gli scritti di alcuni padri della chiesa antica ed alcuni cronisti del
tempo i quali affermavano che Gesù e alcuni apostoli erano vegetariani. S. Agostino, S:Gregorio Magno,
S. Atanasio, S. Basilio Magno, S. Giovanni Crisostomo, S. Gregorio di Nazianzo, raccomandavano
 l’astinenza dalla carne. Non solo. Secondo S. Girolamo, S. Benedetto, Tertulliano, Eusebio, Plinio, Papias,
 Cipriano, Pantaneo, Clemente, Cristo e gli Apostoli insegnavano il rispetto per ogni creatura e di conseguenza
 erano vegetariani. In particolare S. Ambrogio diceva: “La carne fa cadere anche le aquile che volano.
” S: Giovanni Crisostomo afferma: “ Noi capi cristiani pratichiamo l’astinenza dalla carne di animali
per sottomettere il corpo…Mangiare la carne è innaturale e impuro.” S. Pietro nel Clementine Humilis
del 2° secolo dice: “Il consumo di carne è innaturale e contaminante quanto la pagana adorazione dei demoni:
quando vi prende parte l’uomo diviene compagno di tavolo dei diavoli.” Clemente d’Alessandria e Tertulliano,
tra i più influenti pensatori della prima chiesa cristiana, erano ferventi sostenitori dell’alimentazione incruenta.
Importante è la testimonianza di S. Girolamo: “Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare carne”.
E aggiunge: “Il permesso dato a Noè di mangiare carne è un’interpolazione dei Testi sacri aggiunta tardivamente
 dalla Chiesa in un periodo di basso profilo spirituale E ancora:. S. Girolamo affermava che i cristiani del
primo movimento erano vegetariani e che i non vegetariani facevano parte della chiesa corrotta.
Gregorio di Nazianzo, padre della Chiesa di Cappadocia dice: “L’ingordigia di pietanze a base di carne è
un’ingiustizia abominevole”. Basilio il Grande: “La carne è un alimento contro natura che appartiene ad un
mondo passato”. Tertulliano scrive che durante i primi secoli i cristiani primitivi non toccarono mai carne:
“Non è permesso a noi cristiani assaggiare pietanze nelle quali potrebbe essere stato mescolato il sangue di un
animale”. Eusebio di Cesarea diceva che tutti gli apostoli di Cristo si astenevano dalla carne. Porfirio:
“Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento dei demoni”. S. Clemente Alessandrino:
“La carne ottenebra l’anima. Dobbiamo cibarci come Adamo prima della caduta non come Noè dopo il peccato.
I nostri corpi sono simili a tombe di animali uccisi”.
In alcuni dei vangeli apocrifi emerge una figura di Cristo misericordioso e compassionevole verso gli animali
diversamente a quanto riportato nei 4 vangeli canonici. Nell’aramaico “Vangelo della vita perfetta” si legge:
 “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati.” Nel Vangelo dei 12 Aspostoli: “Ecco che
 quest’uomo ha cura di tutte le creature. Perché egli le ama tanto?” Nelle pergamene del Mar Morto, scoperte
nel 1947, l’angelo dice a Maria: “Tu non mangerai carne né berrai bevande forti perché il bambino sarà
 consacrato a Dio dal ventre di sua madre.” Negli stessi testi Gesù dice: “Siate rispettosi e compassionevoli non
 solo verso i vostri simili ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela”. E ancora: “Sono venuto a
 porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non smetterete di offrire e di mangiare carne l’ira Divina
 non si allontanerà da voi”. Gesù rimprovera aspramente anche i pescatori: “Forse che i pesci vengono a
voi a chiedere la terra e i suoi frutti? Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime”. E, inoltre,
condanna duramente i cacciatori avvisandoli che saranno ripagati con la stessa ferocia.
Inoltre, Gesù non è forse venuto a ripristinare l’antico patto tra Dio e l’uomo? la dimensione paradisiaca perduta
 in cui Dio in Gen. 1,29 dà un preciso comando all’uomo ad essere vegetariano? “Ecco, io vi do ogni albero in
cui è frutto saranno il vostro cibo, mentre agli animali do la verde erba dei campi”.
Stando ai testi canonici Gesù non solo non parla mai in difesa degli animali ma non si dissocia dal dio del
Vecchio Testamento, “Io e il Padre siamo una cosa sola”, (Giov. 10, 30); “Chi ha visto me ha visto il Padre…
io sono nel Padre e il Padre è in me”, (Giov. 14, 9); “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge
 o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”, (Mtt: 5, 17). Gesù non si dissocia da
quel dio a volte buono e giusto: “Misericordia voglio e non sacrificio” (Mtt: 9, 13) e a volte crudele:
“Va dunque, colpisci Amelek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione
 per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini”, (Sam. 15,3);
“Ecco ciò che tu offrirai sull’altare: due agnelli di un anno ogni giorno, per sempre “, (Es. 29, 36);
“Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell’accampamento da una porta all’altra:
ognuno uccida il proprio fratello, il proprio amico, il proprio parente”, (Es. 32, 27).
In merito alla manipolazione delle scritture ci sono dei precedenti nella storia dei Testi biblici. Il primo a
parlare di manomissione fu Geremia (8,8) che dice: “Come potete dire “La legge del Signore è con noi?”
 A menzogna l’ha ridotta la penna menzognera degli scribi”. S. Girolamo fu incaricato dal papa
 Damaso III a intervenire sui testi evangelici per renderli più comprensibili, ma fu costretto a interpretare
 le parti meno chiare e pare che, preso dallo sconforto per simile impresa, disse che un giorno i posteri lo
avrebbero accusato di aver alterato il pensiero originale. San Gregorio VII, si creò intorno una schiera di
“falsari” che sfornavano ogni sorta di documento a seconda delle esigenze. Molti scritti originali furono
 ritoccati. Sisto V attenendosi al testo di Lovanio e con l’aiuto di Bellarmino intervenne sulla versione
latina della Bibbia detta Vulgata scritta da S. Girolamo nel 4° secolo, perché in quel periodo si erano
 diffuse diverse versioni lacunose. Quando incontrava punti oscuri non si faceva scrupolo di aggiungere o
 levare parti del discorso con l’intento di renderlo più chiaro.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.
Ritengo inarrestabile l’evoluzione morale, civile e spirituale del genere umano. Un giorno, così come è stata
abolita quasi del tutto la schiavitù umana, sarà abolita la schiavitù degli animali, ma i cristiani continueranno
a far riferimento ai testi vangelici canonici oppure si apriranno al un’etica interspecista superando gli stessi
 insegnamenti di Gesù? La Chiesa cattolica, come altre comunità religiose cristiane, continueranno a far
 riferimento ai testi antichi o si apriranno alle nuove frontiere dello spirito umano? Se gli insegnamenti sono
immutabili come risolvere il problema del rispetto per gli animali? Rispolvereranno il pensiero dei Padri
della chiesa che raccomandavano di astenersi dalla carne o continueranno a far riferimento ai vangeli ufficiali?
Certo il problema è complesso e semplice nello stesso tempo: complesso perché la teologia è una branca
 vastissima e dai molteplici aspetti; semplice perché due più due fa sempre quattro. Cioè, una religione che
limita i codici del diritto all’esistenza, al rispetto e alla libertà ai soli esseri umani è sostanzialmente più
povera nei suoi contenuti essenziali rispetto a ad una che li estende a tutti gli esseri senzienti. Il problema
 nasce perché questa chiusura antropocentrica viene proprio dalla religione che dice di seguire il sentiero
 dell’amore e soprattutto perché Gesù, come abbiamo visto, (sempre stando ai testi ufficiali) non solo
 non ha chiesto rispetto per gli animali ma ha più volte deliberatamente sottolineato la loro intrinseca relatività
 rispetto al valore dell’uomo, anche se non dice mai che gli animali sono privi di valore, dice invece che hanno
 meno valore dell’uomo: “Guardate gli uccelli del cielo…non contate voi forse più di loro? (Mtt: 6, 26); “ …
Non abbiate timore, voi valete più di molte pecore”, (Mtt: 10,30).”.
OCCORRE BIOCENTRIZZARE LA CULTURA CRISTIANA, farla uscire dal suo anacronistico, pernicioso,
 comodo e, se vogliamo, autolesivo antropocentrismo: solo in questo modo sarà la vera religione universale e
si libererà dalle contraddizioni che la indeboliscono nei suoi principi etici fondamentali.
OCCORRE RIESUMARE I TESTI ANTICHI ORIGINALI (qualora vi fossero o al limite le copie degli
originali) e verificare oggi, con spirito obiettivo e neutrale, l’attendibilità del pensiero espresso da Gesù nei
vangeli apocrifi ma specialmente nelle Pergamene del Mar Morto dal momento che non possono essere
 vere le due versioni.
Questo ci permetterebbe finalmente di capire se Gesù, la più alta manifestazione di vita apparsa sulla terra,
il figlio del Creatore, il principe del bene, della pace, della misericordia e dell’amore abbia, in realtà,
manifestato meno compassione verso le sue stesse creature di un qualunque comune mortale
come me che dice: l’amore è vero solo se coinvolge non solo alcuni ma tutti i viventi.]



Tante persone pensano che questa cosa dell'animalismo sia un chiodo fisso da combattere.
Non è detto. A volte anche elettronarcosi.
E allora nel vedere una persona con sintomi ai loro occhi da missionario, si prodigano in opere estenuanti

di conversione.

Il cibo: è sacro. Non da dove proviene. Slegare senza contenimento il contenitore dal contenuto.
Il cibo è religione. Quelli che pregano prima di mangiare e altri per non essere mangiati.
Il cibo -momento Expo- è vita. A volte, però, è un aborto terapeutico.
Il cibo è un diritto. Ed un rovescio della stessa medaglia.
Il cibo è cultura. Sarà per questo che solo in Italia gli analfabeti sono 2.000.000.

L'atto di vivere per mangiare si scontra con l'idea di natura. L'uccisione del maiale a casa pone su due piani 
diversi  il significato di risparmio ove riferito all'animale o all'economia familiare. 
Attorno al cibo si operano di-visioni cieche. L'uomo mangia con gli occhi, spesso senza memoria visiva.
Negli ultimi dieci-quindici anni l'avvento -in primis- dei centri commerciali, dei fast-food, delle multisala,
delle catene alimentari ha omologato i gusti, appiattito i sapori, massificato le richieste. Per contro l'"istituzione"
del marchio IGP e DOP di prodotti quali la mortadella di Bologna, il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, etc...
ha amplificato il fenomeno dell'eccellenza come di una firma di cui vantarsi di avere in tavola, un mondo a parte 
rinchiuso, riservato a pochi cultori, un totemismo alimentare in cui riconoscersi e differenziarsi, un titolo 
da sbandierare dopo l'effetto bandiera bianca degli anni in cui le multinazionali dell'industria alimentare
hanno fatto la loro comparsa nei luoghi nevralgici di ogni città.
L'uomo ha cercato di conquistare l'uguaglianza rimanendone conquistato. 

In un secondo tempo, sempre per la comparsa dei luoghi di cui sopra, c'è stata una sorta di delocalizzazione
 del cibo: ad un primo livello per quanto riguarda la provenienza, poi una delocalizzazione per quanto riguarda il 
consumo del pasto, non più solo una stanza in casa apposita ad accogliere il "rituale" ma dove capita, poi lo 
street-food che non è parente delle sagre paesane, una parata di rituali da sfoggiare, poi questo fenomeno di 
riconversione dei luoghi adibiti a ristorante: ex officine, ex falegnamerie, ex cinema, ex ferramenta, ristoranti 
che sembrano piazze all'aperto ma sono al chiuso, librerie multidisciplinari che sono pasticceria, laboratorio di preparazione cibi e di teatro,
danza, musica, presentazioni libri all'occorrenza, luoghi in cui il cibo diventa quasi l'elemento straniante ed è
tutto il resto, il contorno, la location, a diventare scena. 
Per capire l'importanza di come ci nutriamo oggi non è che bisogna andare indietro nel tempo, tutt'al più avanti. 
L'uomo si è scoperto conservatore, almeno da quando ha scoperto l'utilizzo del freezer. 
Tante persone sono convinte che i non onnivori siano tali perchè non sappiano mangiare. Fischler asseriva
 che i gusti si formano nei primi anni di vita per un meccanismo imitativo degli adulti più vicini all'ambito affettivo
e educativo. Direi che ad una certa età, ognuno saprà quando lo sia, si può anche compiere un'evoluzione e
spiccare il volo dal nido familiare. Non si mangerà sempre allo stesso modo per cultura, per pigrizia, per
ignoranza del luogo dove si è nati. Se un vegetariano ( sì, no, non ne sento la mancanza come non la 
sentirei di te che continui a fare domande -involutamente specifiche- da Uan di bim, bum, bam) è lì è
perchè ha già provato tutto e ha scremato con proprietà forse cognitive. Mangiare carne è naturale. 
Che non lo sia.
-Come ti poni davanti alle sofferenze animali?
-Di spalle

Si mangia per esclusione. A vita.

C'est la vie.