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martedì 21 giugno 2016

Romain Gary

Il solo posto al mondo in cui si può incontrare un uomo degno di questo nome è lo sguardo di un cane.

Cerco di calmarmi chiudendo gli occhi e facendo il conto di tutti i nazisti che ho ucciso durante la guerra, ma questo non fa che deprimermi ulteriormente: vorresti ammazzare l'ingiustizia eppure finisci sempre per ammazzare degli uomini. Camus ha scritto che si condanna a morte un colpevole ma si fucila sempre un innocente. È un dilemma eterno e infernale: l'amore dei cani e l'orrore del branco.

È davvero terribile amare gli animali. Quando in un cane si vede un essere umano, non si può fare a meno di vedere un cane in qualsiasi essere umano, e di amarlo
La provocazione è la forma di legittima difesa che preferisco.

Eppure non dovrei volergliene: hanno alle spalle secoli di schiavitù. Non parlo dei neri. Parlo dei bianchi. Sono due secoli che sono schiavi di idee preconcette, pregiudizi sacrosanti religiosamente tramandati di padre in figlio, e legati mani e piedi al grande cerimoniale delle idee preconcette, morse che stringono il cervello, simili a quegli arnesi che fin dall'infanzia deformavano i piedi delle donne cinesi.

Ci sono perfino, a quanto pare, persone che hanno tanta paura della morte che finiscono col suicidarsi, per la tranquillità.

L'amore è forse la più bella forma di dialogo che l'uomo ha inventato per rispondere a se stesso

Nell'espressione "i nostri simili" c'è, del resto, una terribile parte di verità. 

Ho a volte l'impressione che viviamo in un film doppiato e che tutti muovano le labbra senza però che ciò corrisponda alle parole. Siamo tutti postsincronizzati, e qualche volta molto abilmente. Da credere che sia un fatto naturale

Abbiamo sempre bisogno degli altri, non possiamo passare la vita a detestare noi stessi.

Mi sembrò di morire per la vergogna. Inutile dire che a quei tempi mi facevo molte illusioni, perché se fosse stato possibile morire per la vergogna, ormai da lungo tempo l'umanità non esisterebbe più.