- Abiti in Italia?
- No, made in China.
venerdì 27 febbraio 2015
martedì 24 febbraio 2015
Per par condicio
considerato che spesso gli animali non possono entrare nei ristoranti per questioni di pulizia/igiene/ sensibilita' altrui, nel pieno rispetto della norma, lo applicherei anche alle pellicce.
lunedì 23 febbraio 2015
domenica 22 febbraio 2015
giovedì 19 febbraio 2015
Al punto '. Che...' per capire se era
giusto scritto cosi', ho fissato l'immagine, che, per tutta risposta, mi ha suggerito una correlazione relativa.
martedì 17 febbraio 2015
domenica 15 febbraio 2015
giovedì 12 febbraio 2015
giovedì 5 febbraio 2015
Poi smetto
- Ti dò fastidio se non reprimo i miei istinti e mangio un pò di carne?
- Ci mancherebbe. Ti dò fastidio se vomito?
martedì 3 febbraio 2015
Paradise Lost
San Rocco de la Croix (1295 – 1327), santo francese della Chiesa Cattolica.
<Il destino
delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono>.
Anthelme
Brillat-Savarin,
Fisiologia del gusto, 1825
sabato 17 gennaio 2015
venerdì 21 novembre 2014
giovedì 6 novembre 2014
mercoledì 5 novembre 2014
martedì 4 novembre 2014
Taglio Corelli
[Da giovedì il processo ai carabinieri estorsori]
http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1988_11/19881120_0006.pdf&query=Claudio%20Sardo%20%5C%22Claudio%20Montaldo%5C%22
Ultimo capoverso di pagina 57 a seguire
http://www.punk4free.org/download/ebooks/Antonella.Beccaria.-.Uno.Bianca.Trame.Nere.pdf
http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1988_11/19881120_0006.pdf&query=Claudio%20Sardo%20%5C%22Claudio%20Montaldo%5C%22
Ultimo capoverso di pagina 57 a seguire
http://www.punk4free.org/download/ebooks/Antonella.Beccaria.-.Uno.Bianca.Trame.Nere.pdf
Brian A. Dominick, Liberazione animale e rivoluzione sociale
In realtà non volevo postarlo ma quando alla fine ho letto "questo opuscolo è anti-copyright" ho pensato che fosse "dovere".
giovedì 30 ottobre 2014
Franco Arminio
I carpentieri del nulla
Ogni volta che chiedo a qualcuno: «Cosa c’è in questo paese?», mi rispondono sempre che non c’è niente e che non succede niente. C’è una sorta di nichilismo paesano a cui è difficile opporsi. Sono anni che aspetto di vivere in un tempo di fervore e invece metto i bottoni ai vestiti dei morti. Me lo diceva ieri sera al telefono il celebre latinista Antonio La Penna, mi parlava della vecchia melma secolare di un popolo servile. Parlava del Sud, parlava di paesi, ma pensava all’Italia intera. Stranamente a conversazione finita un poco mi sono sentito in pace, mi sono messo con la testa in sciopero a consumare le ultime ore del giorno senza aspettare più niente. La notte però ha dissolto la felice rassegnazione e stamattina sono di nuovo qui che aspetto un brivido, un palpito da questa vecchia Italia grigia e rotta. E invece non succede niente pure stamattina. Devo imparare ad amputare l’impazienza. Siamo tutti in esilio, tutti perduti e perdenti, incapaci di condividere la sconfitta. Non ci sono furori, non ci sono speranze. I paesi da questo punto di vista sono l’avanguardia del mondo. Tutto è intimamente domestico, come se la vita pubblica somigliasse alla vecchia che si riscalda l’acqua per farsi una bustina di malva, al vecchio che si gira nel suo letto cercando un po’ di fresco. Siamo una cooperativa di agonizzanti e ogni tanto prestiamo alla morte qualcuno dei nostri operai: carpentieri del nulla che lavorano sulle impalcature delle merci. Consumiamo le ore cercando da ogni ora un profitto che non arriva. E allora non c’è da istigarsi più a niente. Bisogna stare in mezzo al mondo come stanno le nuvole. Dimettersi dalle proprie insofferenze. Lasciare il cane a rovistarci dentro e uscire, guardare avanti, aprirsi come si apre un’arancia, donare le nostre vertebre ai passanti.
martedì 28 ottobre 2014
lunedì 27 ottobre 2014
Quando si sente dire
siamo messi male, viene da chiedersi chi sia che ci manda tutti questi messaggeri.
domenica 26 ottobre 2014
sabato 25 ottobre 2014
Giorgio Manganelli, Poesie
Conosco la pace del pensoso dinosauro,
la coerenza della zanna della tigre:
dove non c'erano parole
dove non ci sono parole,
nel centro del centro del centro
delle cose sorde, vitali, sanguinose,
dove si enumerano stomaco,
unghie, genitali,
intestini lunghissimi, zampe,
e le lacrime sono lacrime
per sangue che esce da carne lacerata,
per l'orrore forte della morte,
dove si redigono cataloghi
di urli, di minacce, di carne,
del male carnale solamente
dove non c'è né amore né lussuria,
ma la voglia gagliarda della vita,
il centro dell'inguine
che matura insensato nelle cose.
venerdì 24 ottobre 2014
Cavie da laboratorio di Andrea Marcon
Da Il giornale del ribelle
Il c.d. “decreto stadi” è stato definitivamente approvato dal Parlamento, con la rapidità e la solerzia dovuta ad un problema di ordine pubblico così rilevante. In un Paese che conta circa 500 morti all’anno per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, è evidente che debba avere la priorità assoluta il fenomeno della violenza negli stadi, che di vittime ne ha causate meno di dieci (compresi gli omicidi commessi da poliziotti) negli ultimi 30 anni. Del resto la dittatura mediatica significa proprio che ciò che conta è solo quello che finisce nell’occhio della telecamera. La morte del povero Ciro Esposito indigna (giustamente), mille altre passano inosservate. Chi “regge” la telecamera, in definitiva, detta la priorità dell’agenda politica. Niente di sorprendente, la storia recente è piena di episodi ancora più significativi di questo meccanismo, vedasi da ultimo le vittime dell’ISIS a confronto con quelle di oltre dieci anni di stragi americane in Afghanistan.
domenica 19 ottobre 2014
sabato 18 ottobre 2014
lunedì 13 ottobre 2014
venerdì 10 ottobre 2014
mercoledì 8 ottobre 2014
martedì 7 ottobre 2014
Forse
Normalmente il valore nutrizionale di un alimento è inversamente proporzionale a quello monetario.
lunedì 6 ottobre 2014
Edoardo Sanguineti
il nostro “noi”, se con me lo analizzi, per questa vera vera che ci lega, rigonfia
come un “o” (che al centro, è un cerchio), ci dice inseparabili e confusi: (dal cuore
della lavabiancheria, non è un caso, dopo un provocatorio ritiro, di corsa ti è risorta,
molto tua, molto tonda):
e l’ “n” mi sei tu, evidentemente, ancorchè stilizzata (e consonante),
come una tana accogliente: (come semplificata, tutta una cava cava): rimane
solo, in fondo, questo “i” minuto, ancora, già in te intruso, protruso, con il suo punto
in testa, craniomorfo, quasi in segno di festa:
(appena mi allontano, dice un “no” netto,
e disperato, il “noi”): (e a specchio, poi, in te riflette l’ “io”, che tu sostieni):
(a stento accetto, tanto ci è perfetto, il “noi in o”, nostro anagramma e dramma):
sabato 4 ottobre 2014
Da Facebook. E che anagramma!
Ripresa fedelmente dalla pagina facebook "101 anagrammi zen", pubblicata nel giorno del suo compleanno.
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