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martedì 29 novembre 2011

Risentiamoci


Arrivare oltre i 30 anni e “scoprirsi” sordi: una di quelle cose che può cambiarti la vita. Ne ho impiegata una per capirlo, a chiedermi cosa non andasse, perchè non rispondevo a domande “previste”, quelle da toglierti i sensi: era solo un processo acquisito, senza interessi.
Non ci sento, è questione di gusto. Intuito per merito di mia sorella, perchè dopo mesi ho ricominciato a pensare ad una scena in ufficio mentre da una scrivania a tutti i presenti dico, senza contestualizzarlo qui, e con un astio che non mostro siamo tutti figli unici, dandone una lettura, a mente, di assenza di fratelli che non viene sfogliata ma sfaldata dalla sua magnanimità replicando all'istante con un sorriso sereno Perchè per ogni genitore siamo esclusivi, vero?. Scrollo il capo per asserire sperando che mi cada la testa, e rivolgendola al monito(r) -cristalli, liquidi- che non mi permette di capire cosa fare in pratica. Lasciar precipitare così i discorsi nel vuoto di quello che io avevo dentro, orfani di felicità , a me che è stato dato molto di più di quello che lei sola pensò. E oggi ti rincrocio, in mezzo al traffico, rifletto che nella velocità ci notiamo a vicenda per la stessa auto, ironia della sorte, teutonica disciplina.

La retorica mi ha sempre messo alle corde, come un professore che domanda, bloccandoti: “perchè quel suono è calante?” Parole che stonano in volgarità. Per risposta dovevo orchestrare gli impulsi. E allora, ancora, ricomincio, da più indietro, mica ci arrivo così in alto, se mi fermi sotto la sbarra prima del salto. Prendo la rincorsa, guardatemi sto per esibirmi ma potrei deludervi e già, l'entusiasmo riecheggia nelle interrogazioni sospese in aria, i tuoi occhi fissandomi con sfida fanno rumore ed è una parabola a metà tra la terra ed il cielo. Ed un arco che si incrina sotto alle vibrazioni, asta con incanto.

Anche lui me ne ha sempre fatte troppe. Di cosa non lo so neppure ora. E col tempo continua a lavarmi il viso senza saperlo, un detergente acido che corrode i particolari,un ovale da oggettivare.
Nelle domande c'era la risposta, a vuoto: bisogna rifarsi una vita. Sì, come un lifting, un innesto di tra-pianto cutaneo, doloroso, costoso, fast-oso. Col tempo ho iniziato a pensare, per non aver altro da fare, che le persone credono nei rapporti di prima qualità a letto e temono quelli con la e davanti al di fuori di esso. Col tempo ho pensato che non avrei mai immaginato di dire così spesso grazie.
Sotto pentite spoglie, la postura impettita, inamidata, risparmiava i muscoli stirati, una cicatrice a scalare i punti di una serpentina che si infiamma a succedersi nel tempo, amori che sfavillano e riempiono di porpora gli occhi di chi non guarda più, glitter indecorosi.

Adesso mi fanno osservare che non parlo e poi all'improvviso vomito. Mi tolgono le parole dalla bocca, la verità, con “disinvoltura”.

L'amore è nell'avere:
tempo
interesse
animali
libertà
coscienza
(...)
definizioni.

Come quei rapporti che iniziano e finiscono così: “ Piacere!” “ Piacere mio”. Coito interrotto.

Ok...”Risentiamoci”.