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mercoledì 9 novembre 2011

Metteteci i punti

A tratti, somatici, rideva, mentre la matita sbavava i contorni di quello che, per accompagnamento, gli occhi mangiavano -un trucco velato- a singhiozzo, per allungare l'effetto, placebo, a rimbombo, una svista senza fondo. Una prolunga dal ciglio al piglio ripercorreva le frasi scariche, a terra. Parole vuote, disoccupate che si ricreavano per fantasia con mobilità, sdrucciole su un piano scivoloso, apparecchiato per commensali in astinenza, gli stessi che, a volte, si tirano indietro, di scatto, sulla sedia, come se quello che "sentono" e non smaltiscono fosse come un godimento a pieno volto, coperto, offeso da schizzi di esultanza senza pro-ferire parola.
Un'altra muta, scena a chiusa, per chi non è nelle sue corde, trame di tessuti.
Ictus impressi, "arsi" senza tempo